Stigma sociale

Una sfida contro il tempo e le nuove strategie per vincerla

Covid-19 e stigma sociale

Le emergenze sanitarie su larga scala, come appunto l’insorgere dell’epidemia di COVID-19 dovuto al virus denominato SARS-CoV-2, sono eventi particolarmente stressanti per le comunità. La paura e l’ansia di contrarre la malattia, per quanto emozioni giustificate in questi contesti, possono portare a comportamenti di stigmatizzazione nei confronti di persone, luoghi, o oggetti che sembrano connessi con la malattia.

Lo stigma sociale, nel contesto della salute, è l’associazione negativa tra una persona o un gruppo di persone che hanno in comune determinate caratteristiche e una specifica malattia. In una epidemia, ciò può significare che le persone vengono etichettate, stereotipate, discriminate, allontanate dalla comunità a causa di un legame percepito con una malattia.

L’attuale epidemia di COVID-19 ha comportato l’insorgenza di comportamenti discriminatori nei confronti delle persone che hanno contratto l’infezione virale, ma anche nei confronti di persone che, pur non avendo avuto la malattia, condividono alcune caratteristiche percepite come “a rischio” con il gruppo di soggetti precedenti. Tra questi per esempio le persone di etnia asiatica, oppure le persone che hanno completato il periodo di isolamento e quarantena previsto dalle autorità di Salute Pubblica.
Lo stigma sociale è dunque una esperienza particolarmente pesante e gravosa dal punto di vista psicologico. Può avere conseguenze molto negative sia sul singolo, ma anche sulla famiglia, sugli amici e più estesamente sulla comunità di cui il singolo soggetto fa parte.

Tabella dei Contenuti

Perché COVID-19 causa stigma sociale?

Il livello di stigma associato al COVID-19 si basa essenzialmente su tre fattori principali:

È quindi comprensibile che vi siano confusione, ansia e paura tra la gente, ma bisogna anche impedire che questi fattori causino l’aumento di episodi discriminatori e stereotipi.

Quali sono le conseguenze?

Lo stigma sociale può minare la coesione sociale, e può indurre a un isolamento sociale dei gruppi che subiscono questi atti discriminatori.
L’effetto più grave, inoltre, è che tutto ciò potrebbe potenzialmente creare una situazione in cui il virus può avere una maggiore possibilità di circolare e infettare. La motivazione di ciò sta nel fatto che le persone, per paura di essere oggetto di comportamenti discriminatori, potrebbero nascondere la malattia o sintomi correlabili ad un eventuale infezione da SARS-CoV-2. Oppure ancora, potrebbero non rivolgersi tempestivamente all’assistenza sanitaria.
La conseguenza più temibile di tutte queste casistiche in cui la malattia viene mascherata o tenuta nascosta, è che tali persone continuano a stare a contatto con la comunità di riferimento, favorendo così la diffusione del virus.

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L'importanza della comunicazione

Come combattere lo stigma sociale

Come precedentemente specificato, la paura della malattia, e ancor più lo stigma sociale ad essa associato, possono essere deleteri ai fini di una corretta risposta e nella gestione dell’emergenza.
Per raggiungere tali obiettivi è necessario creare un contesto generale in cui si possa parlare della malattia e delle sue conseguenze in modo aperto ed onesto, senza una generare un clima di paura o di diffidenza nei confronti del prossimo. Solo in questo modo alla comunità potranno arrivare le giuste informazioni riguardo la malattia e le misure di sicurezza che il singolo cittadino deve rispettare per limitare la diffusine del contagio.
In questo gioca un ruolo fondamentale la comunicazione di massa (giornalismo, mass media, canali social) che è il bacino da cui i cittadini ottengono le informazioni circa la malattia e il suo impatto. Anche i singoli individui però possono fare la loro parte.

Comunicazioni di massa

Per limitare i comportamenti stigmatizzanti i mass media dovrebbero essere educati al valore e al potere di suggestione che le parole hanno. Non è opportuno parlare di “sospetti casi di COVID-19”, “vittime di COVID-19” o “persone che trasmettono il virus”, perché tutte queste espressioni aumentano il senso di sospettosità, ineluttabilità della malattia e senso di evitamento nei confronti di quelle persone che hanno contratto o che sono in cura per questa malattia.
Non è opportuno neppure correlare il virus a una etnia specifica parlando di “virus cinese”: è molto più opportuno invece utilizzare la denominazione scientifica di COVID-19, scelta proprio allo scopo di evitare eventuali comportamenti discriminatori.

Singoli cittadini

Per quanto riguarda i singoli cittadini, è importante che vengano sensibilizzati il più possibile sull’importanza di recepire informazioni solo da fonti scientifiche e attendibili, per evitare la diffusione di falsi miti e stereotipi che possono amplificare lo stigma sociale, e dipingere l’epidemia da COVID-19 come un evento di proporzioni catastrofiche.

Fonti

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